venerdì 11 dicembre 2009

Un angelo con il camice bianco

Non è facile mantenere le lacrime davanti ad un fatto così crudele. La notizia si è diffusa così rapidamente i giornali hanno riportato quelle brutte foto e il dolore che ciò ha scatenato. Non è giusto che una giovane donna possa perdere la vita, lei che aiutava gli altri curandoli, ascoltandoli e consigliandoli. L’ultimo trafiletto del Nuovo Molise diceva:

“Stavano così, ieri mattina,
sotto un cielo di piombo
e davanti a due mazzi di
fiori in plastica che, visti
ora, parevano stessero già
lì ad aspettarli. Fiori di
morti che chiamano fiori di
altri morti.”


E’ forte questo pensiero ma è vero quella strada è stata e continua ad essere una brutta strada che ci regala sono dolore. Quanti hanno perso la vita in quel punto ( non a caso i fiori) e quanti sono stati baciati dalla sorte. Passare quell’attimo prima che l’altra macchina invadesse la propria corsia. Che fortuna!!!!
Spero che queste tre vite spezzate non restino invano, facciano riflettere chi di competenza in modo che non si legga in futuro su un quotidiano “Fiori di morti che chiamano fiori di altri morti”.
Un padre e una madre punti di riferimento di figli distrutti dal dolore. Figlia, amica, medico che tutti piangono per come era, per quello che era diventata e per quello che sarebbe diventata.
Non c’è parola adatta per descrivere la dottoressa Cecilia nella sua professionalità. Come era al di fuori della professione non lo so ma il suo volto anche in camice bianco esprimeva sicurezza, cordialità, professionalità ma soprattutto umanità. E’ un grave lutto anche per i campopetresi. Nelle sue vene scorreva una parte di sangue Campopetrese (i nonni erano ed abitavano a Campodipietra) ma al di là di questo molti campopetresi venivano curati da lei e penso che io come tanti altri custodiremo nel nostro cuore la ragazza medico che abbiamo conosciuto.

Grazie Dott.ssa Cecilia per averti conosciuto.

Rosamaria Di Iorio